Uanema -, esclamazione che i napoletani pronunciano quando vedono qualcosa che li stupisce. Cosa sarà mai in questa immagine a destare l’attenzione e l’esclamazione? Forse un tragico incidente o , all’opposto la discesa miracolosa e perciò incredibile di un angelo o addirittura, del santo patrono(latitante da molti e molti anni, eccetto il miracolo del sangue che so scioglie nell’ampolla) In primo piano un uomo che si riprende in uno specchio rettangolare dal basso verso l’alto di un mezzo da trasporto. No, no no: è più giù, alle spalle dell’umo che rifrange se stesso allo specchio, che gli occhi partecipano all’esclamazione di stupore-, ma chillu palazzo è chino ‘e sole come si fosse na calamita p’acchiappà ‘e ragge d’o sole. Ma po’ essere ca isso, ‘o palazzo, è proprio ‘o sole ca è sciso nterra a scarfà ‘e mmane fredde ‘e chi comme ll’onna va annanzo e areta pe sti vicoli grigi, scure e niro.”
Traduzione dal napoletano all’italiano:
Mamma mia, guardate più giù, intendo il palazzo: è giallo, come pieno di sole. Sembra una calamita che cattura i raggi del sole. O, addirittura, che il palazzo sia proprio il sole, disceso sulla terra per riscaldare le mani fredde di chi, come onde di mare, corre nelle strade in chiaroscuro, grigie e nere della vita di ogni vita.
Vorrei poter descrivere le mie immagini in questo modo … perché non sono nato napoletano? Napoli concede asilo ai fiamminghi che scrivono e parlano male l’italiano?
Napoli è inclusiva a partire dalla sua storia, dalla bellezza e anche nella contraddittorietà della vita quotidiana. A Napoli sia nelle case, negli uffici, nelle strade e nei vicoli si chiacchiera molto e si gesticola fin dalla sua nascita, quindi alla fine ci si riesci a capire. Sai che risate a sentire che impari e parli in napoletano piuttosto che in italiano: uno spasso. E così dopo potrai apprezzare le commedie e i film dei grandi attori comici napoletani come i De Filippo, Totò e altri come Massimo Troisi. E poi anche la serie Tv ricavata dalla quadrilogia dei libri della scrittrice Elena Ferrante, intitolata L’amica geniale: sono sicuro che ti piacerebbe moltissimo. Qualcosa di napoletano è in già te … l’umanità: sia tu che le tue foto, che appaiono così distanti e fredde, invece hanno lo sguardo … dell’umanità. Pensa: dentro di te … l’umanità. Caspita, hai un torace esagerato se contiene … l’umanità.😊
Grazie per la tua risposta esauriente.
Conosco un po’ ‘l’amica geniale’. Ho visto parti della serie TV ma sono rimasto un po’ deluso perché non ho capito la lingua napoletana. Il libro è in cima al mio scaffale. Forse quest’estate troverò il tempo di leggerlo. Lo spero. Sto leggendo gli ultimi capitoli de “Il mare dove non si tocca”. Puro divertimento per un fiammingo che impara l’italiano.
Al momento, poichè non conosci la lingua napoletana, lasciati trasportare dai suoni delle voci e agli sguardi e alla gestualità degli attori. Se un giorno verrai a Napoli dovrai fare la stessa cosa: ascoltare la musicalità vocale e i gesti. Ma L’amica geniale è stato tradotto lì da da voi? Al mondo- , ma non perché sono napoletano-, non esiste nessun “dialetto” che abbia prodotto musicalmente, a partire a metà del Cinquecento, l’infinità delle canzoni napoletano e di livello più che notevole. Quando usi la parola o il termine fiammingo, per esempio, mi fai subito venire in mente ‘o fiammifero per accendere ‘o ffuoco, il fuoco: vedi qualcosa si ricava sempre. Una frase che dicevo da bambino insieme alla band del vicolo del centro storico di Napoli: “Guagliù, pigliammo ‘e fiammifere ‘e appicciammo ‘o fuoco dint” palazzo sgarrupato e attuorno ‘o cipppo ci cuntiamo i cunti di paura di streghe, fantasmi e munacielli.” Traduzione.
“Bambini(o ragazzi a secondo dell’età)prendiamo i fiammiferi e accendiamo un fuoco nel palazzo del forno del pane abbandonato e pericolante. Ci mettiamo intorno e ci raccontiamo i racconti di paura di streghe, fantasmi e del monaco nano.”
Uanema -, esclamazione che i napoletani pronunciano quando vedono qualcosa che li stupisce. Cosa sarà mai in questa immagine a destare l’attenzione e l’esclamazione? Forse un tragico incidente o , all’opposto la discesa miracolosa e perciò incredibile di un angelo o addirittura, del santo patrono(latitante da molti e molti anni, eccetto il miracolo del sangue che so scioglie nell’ampolla) In primo piano un uomo che si riprende in uno specchio rettangolare dal basso verso l’alto di un mezzo da trasporto. No, no no: è più giù, alle spalle dell’umo che rifrange se stesso allo specchio, che gli occhi partecipano all’esclamazione di stupore-, ma chillu palazzo è chino ‘e sole come si fosse na calamita p’acchiappà ‘e ragge d’o sole. Ma po’ essere ca isso, ‘o palazzo, è proprio ‘o sole ca è sciso nterra a scarfà ‘e mmane fredde ‘e chi comme ll’onna va annanzo e areta pe sti vicoli grigi, scure e niro.”
Traduzione dal napoletano all’italiano:
Mamma mia, guardate più giù, intendo il palazzo: è giallo, come pieno di sole. Sembra una calamita che cattura i raggi del sole. O, addirittura, che il palazzo sia proprio il sole, disceso sulla terra per riscaldare le mani fredde di chi, come onde di mare, corre nelle strade in chiaroscuro, grigie e nere della vita di ogni vita.
Ciao Lucas
Vorrei poter descrivere le mie immagini in questo modo … perché non sono nato napoletano? Napoli concede asilo ai fiamminghi che scrivono e parlano male l’italiano?
Napoli è inclusiva a partire dalla sua storia, dalla bellezza e anche nella contraddittorietà della vita quotidiana. A Napoli sia nelle case, negli uffici, nelle strade e nei vicoli si chiacchiera molto e si gesticola fin dalla sua nascita, quindi alla fine ci si riesci a capire. Sai che risate a sentire che impari e parli in napoletano piuttosto che in italiano: uno spasso. E così dopo potrai apprezzare le commedie e i film dei grandi attori comici napoletani come i De Filippo, Totò e altri come Massimo Troisi. E poi anche la serie Tv ricavata dalla quadrilogia dei libri della scrittrice Elena Ferrante, intitolata L’amica geniale: sono sicuro che ti piacerebbe moltissimo. Qualcosa di napoletano è in già te … l’umanità: sia tu che le tue foto, che appaiono così distanti e fredde, invece hanno lo sguardo … dell’umanità. Pensa: dentro di te … l’umanità. Caspita, hai un torace esagerato se contiene … l’umanità.😊
Grazie per la tua risposta esauriente.
Conosco un po’ ‘l’amica geniale’. Ho visto parti della serie TV ma sono rimasto un po’ deluso perché non ho capito la lingua napoletana. Il libro è in cima al mio scaffale. Forse quest’estate troverò il tempo di leggerlo. Lo spero. Sto leggendo gli ultimi capitoli de “Il mare dove non si tocca”. Puro divertimento per un fiammingo che impara l’italiano.
Al momento, poichè non conosci la lingua napoletana, lasciati trasportare dai suoni delle voci e agli sguardi e alla gestualità degli attori. Se un giorno verrai a Napoli dovrai fare la stessa cosa: ascoltare la musicalità vocale e i gesti. Ma L’amica geniale è stato tradotto lì da da voi? Al mondo- , ma non perché sono napoletano-, non esiste nessun “dialetto” che abbia prodotto musicalmente, a partire a metà del Cinquecento, l’infinità delle canzoni napoletano e di livello più che notevole. Quando usi la parola o il termine fiammingo, per esempio, mi fai subito venire in mente ‘o fiammifero per accendere ‘o ffuoco, il fuoco: vedi qualcosa si ricava sempre. Una frase che dicevo da bambino insieme alla band del vicolo del centro storico di Napoli: “Guagliù, pigliammo ‘e fiammifere ‘e appicciammo ‘o fuoco dint” palazzo sgarrupato e attuorno ‘o cipppo ci cuntiamo i cunti di paura di streghe, fantasmi e munacielli.” Traduzione.
“Bambini(o ragazzi a secondo dell’età)prendiamo i fiammiferi e accendiamo un fuoco nel palazzo del forno del pane abbandonato e pericolante. Ci mettiamo intorno e ci raccontiamo i racconti di paura di streghe, fantasmi e del monaco nano.”